Uno studio svedese, appena pubblicato su nature.com, trova una certa correlazione tra particolari batteri intestinali e l’intensificarsi in soggetti malati o, addirittura, il manifestarsi in soggetti sani di placche beta-amiloidi cerebrali, tipiche della malattia di Alzheimer.
I ricercatori, impegnati in una collaborazione internazionale tra Svezia e Svizzera, sostengono di aver dimostrato un nesso causale diretto tra i batteri intestinali e la malattia di Alzheimer. Nella loro ricerca congiunta (che conta ora di arricchirsi con contributi anche da parte di Belgio e Germania), gli studiosi hanno trovato che nelle cavie con malattia di Alzheimer sono presenti batteri intestinali invece assenti nel gruppo di controllo sano. Inoltre, i ricercatori hanno provato a trasferire i batteri intestinali delle cavie malate in alcune cavie sane, con il risultato che queste hanno avviato la formazione di placche beta-amiloidi e che queste si presentavano in misura maggiore rispetto alle cavie a cui sono stati trasferiti i batteri intestinali dei topi sani.
Siccome la presenza di specifici batteri intestinali dipende dal tipo di alimentazione seguita, appare evidente quanto questa scoperta sia importante per la prevenzione nell’essere umano di questa malattia neurodegenerativa. Del resto collegamenti diretti intestino – cervello sono noti da tempo agli addetti al lavoro e questo dato sembra confermarli ulteriormente.
Di seguito i riferimenti dell’articolo: Harach T. et al, Reduction of Abeta amyloid pathology in APPPS1 trasngenic mice in the absence of gut bacteria, Scientific reports 7, article nr 41802, 2017
Free access article at: http://www.nature.com/articles/srep41802