QUANTO È LECITO CHE L’EVENTUALE “VIZIO DI MENTE” SIA MOTIVO DI NON IMPUTABILITÀ DI UN ASSASSINO?

Ospito molto volentieri l’articolo del collega dott. Otello Poli. Ritengo davvero essere, questa, materia di seria discussione e confronto su più livelli (sanitario, legislativo, giudiziario).

La pericolosità sociale formerà, pertanto, oggetto per una restrizione presso un OPG…

La prima domanda vorrebbe costituire oggetto di seria riflessione. La conseguente constatazione vuole solamente richiamare la attenzione al c.p. sottolineando come la società civile abbia diritto e dovere di difendere sé stessa ed i propri figli.

Innanzi ad un fatto di cronaca eclatante il nostro sentimento prevale sovente sulla nostra razionalità e la risposta è sempre, o quasi, la medesima: non è possibile pertanto non è normale.

La domanda topica è: ma il “raptus” esiste realmente?

Secondo il Prof. Claudio Mencacci, ex presidente della Società Italiana di Psichiatria, “il raptus non esiste” (http://27esimaora.corriere.it/articolo/lo-psichiatra-il-raptus-non-esiste-e-vi-dico-perche-sono-malvagi/).

Il collega aggiunge “…si vedono le cose dal fondo e non si riflette su ciò che c’è dietro. Bisognerebbe imparare a capire che ci sono individui che covano malvagità, crudeltà, cattiveria. Che quando accade un fatto di violenza apparentemente improvvisa c’è sempre una spiegazione, un motivo che si è costruito nel tempo…“.

Il ragionamento, a mio avviso, è che una persona sa di vivere un disagio psichico e via via di accumulare aggressività sempre più difficile da contenere.
Ergo il non cercare aiuto è “un atto di omissione colpevole di negligenza quanto la commissione“.

Riduttivamente, ma neanche tanto, è come quando una persona si mette abitualmente alla guida di un auto dopo aver abusato di alcol o di sostanze stupefacenti: è la “legge di Murphy” ovvero sia prima o poi qualcosa accadrà, qualcosa di brutto, alle volte di irreparabile.

Omettere coscientemente nel cercare aiuto per il proprio status è una colpa.

Nel contesto dei recenti fatti di cronaca avreste mai pensato come la difesa del reo si basasse su quella che nel diritto anglossassone è detta “insanity defence“?

Personalmente non avevo alcun dubbio.

Ed infatti leggiamo sul Corriere della Sera quanto segue:http://www.corriere.it/cronache/14_agosto_20/padre-accoltella-figlioletta-18-mesi-una-voce-mi-ha-detto-ucciderla-51f93dac-2876-11e4-abf5-0984ba3542bc.shtml

dott. Otello Poli

Neurologo, Roma

Informazioni su dott.ssa Lorena Angela Cattaneo

Neuropsicopatologa
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